Duomo
di Cesena
Realizzazione vetrate artistiche: monofore delle navate laterali e rosone Sant'Aldebrando
Cenni Storici
Il Duomo di Cesena, cattedrale intitolata a San Giovanni Battista, è il principale luogo di culto cattolico di Cesena, in Romagna.
Il Duomo non è sempre stato ubicato nella sua attuale posizione. Infatti, prima della signoria Malatestiana esso era collocato
all'interno della cittadella rialzata (detta Murata), nell'area oggi occupata dallo sferisterio. Nel 1385, il Duomo fu ricostruito
in stile romanico-gotico ove si trova tuttora. Col passare dei secoli, l’edificio subì diverse trasformazioni, ritornando alle sue forme originarie
con l'ultimo restauro della seconda metà del XX secolo. In questa occasione furono eliminati gli altari ottocenteschi e le volte interne neogotiche.
Con il nuovo soffitto, la nuova cripta e la muratura delle finestre sulla facciata, i lavori portarono la chiesa all'aspetto attuale, del tutto simile a quello originale.
Nel luglio del 1960 papa Giovanni XXIII elevò la cattedrale alla dignità di basilica minore.
Interno della Basilica di San Giovanni Battista
L'intervento
Tra i diversi caratteri originali di questo intervento,
il recupero degli antichi simboli realizzati in vetro, restaurati e inseriti nelle vetrate esistenti.
Tali simboli rappresentano il nucleo concettuale del progetto, sviluppatosi nella creazione di nuovi stemmi,
così come in tutta la figurazione delle nuove vetrate. Dedicate ai santi patroni e beati della diocesi, con la loro dimensione figurata,
esse introducono nella cattedrale un nuovo piano narrativo, una testimonianza visibile della sua storia millenaria.
Le vetrate prima dell'intervento
San Severo
Monofore di navata laterali - registro inferiore
Oggetto dell’intervento sono le monofore delle navate laterali, dieci poste in basso e altrettante poste in alto, e il rosone di facciata.
Per le grandi monofore poste in basso, il Maestro Albano Poli ha concepito uno stile figurativo contemporaneo che ben si accosta al recente
riassetto presbiteriale e con un chiaro valore liturgico e catechetico.
San Vicinio
Beato Giovanni Bono
San Mauro
Beata Giovanna
Sant'Alberico
Beata Agnese
Beato Carlo Guidi da Montegranelli
San Rocco
Monofore di navata laterali - registro superiore
Per le monofore poste in alto, di dimensioni più piccole e con arco superiore a tutto sesto, si è optato invece per una soluzione simbolico-astratta,
che ha previsto il recupero di alcuni degli stemmi originali delle monofore laterali e la creazione di nuovi a completamento. Gli stemmi papali e vescovili
esistenti sono stati integrati con gli stemmi di altre personalità ecclesiastiche legate alla diocesi. Agli stemmi di papa Pio VI e Papa Pio VII, sono stati
aggiunti gli stemmi di Papa Benedetto XIII e Papa Pio VIII, mentre allo stemma di Mons. Amici sono stati aggiunti gli stemmi di Mons. Bandini, Mons. Garavaglia,
Mons. Lanfranchi e Mons. Douglas.
Completano il ciclo di simboli lo stemma del comune di Cesena e della Famiglia Almerici anch'essi recuperati.
Completano il ciclo di simboli lo stemma del comune di Cesena e della Famiglia Almerici anch'essi recuperati.
Vetrate prima dell'intervento
Date le grandi dimensioni, tutte le vetrate sono divise in tre registri. I vetri soffiati utilizzati sono prevalentemente di colori neutri, con dettagli in vetro soffiato colorato.
Stemma recuperato inserito nella nuova vetrata
Rosone
Il rosone di facciata raffigura l'Agnello immolato sul Libro dei Sette Sigilli: l'ispirazione è la visione giovannea nell'ultimo libro della Bibbia,
secondo l'iconografia consolidata nella tradizione. L'agnello è ben visibile al centro dell'opera, realizzato
con una tecnica quasi classicista che lo fa emergere rispetto allo sfondo astratto contemporaneo.
Dal suo capo si sprigiona un'aureola di luce dai colori gialli-aranciati che illumina l'intero rosone.
L'agnello sorregge ed è trafitto dalla bandiera salvifica della croce, la bandiera della risurrezione: dal suo costato sgorga
il sangue che va ad unirsi all'acqua dei sette fiumi che sgorgano ai suoi piedi e che vanno ad alternarsi ai sette sigilli del libro.
Il fondale astratto è stato realizzato con colori neutri tenui e la fascia perimetrale bianca costituita da quattro differenti pannelli.
Nella parte inferiore di questa fascia i sette fiumi diventano come rigagnoli di pura luce: sono i sette sacramenti.
Le vetrate sono state realizzate grazie ai finaziamenti della curia, della diocesi e delle fondazioni Almerico-Montevecchi, Orogel, Cassa di Risparmio di Cesena,
e dalla famiglia cesenate Mazzoni in memoria dei propri defunti.
e dalla famiglia cesenate Mazzoni in memoria dei propri defunti.
Tecnica di realizzazione
Le vetrate sono state realizzate con vetri soffiati, prodotti
artigianalmente con l'antichissimo procedimento del soffio a bocca.
Nella scelta dei vetri è stata posta particolare attenzione alla misurazione dell’intensità di luce. Il vetro soffiato deve infatti la sua colorazione alla rifrazione degli ossidi metallici che lo compongono, e l’intensità di luce varia, di conseguenza, tra colore e colore. Per un effetto luminoso omogeneo è dunque necessario utilizzare vetri che, pur di colori diversi, facciano filtrare la stessa quantità di luce.
I vetri sono stati inoltre dipinti secondo l'uso delle vetrate antiche con "grisaglia" e la legatura è stata realizzata con la tecnica del nastro in lega di argento.
I pannelli che compongono le vetrate sono stati in seguito inseriti tra due cristalli antinfortunistici, con particolare pellicola trasparente che riduce la trasmissione dei raggi ultravioletti e impedisce i possibili degradi dovuti all’azione del sole sui dipinti e le pitture.
I telai sono stati realizzati in acciaio inox brunito a caldo, un trattamento termico omogeneo su tutta la superficie del metallo che avviene a temperatura controllata.
Progetto Arte Poli si è infine occupata del trasporto e dell’installazione delle nuove vetrate.
Progetto Arte Poli si è infine occupata del trasporto e dell’installazione delle nuove vetrate.