Obiettivo del progetto
Restauro conservativo delle vetrate artistiche del rosone meridionale della
Basilica con messa in sicurezza.
Con un’indagine svolta nell’Archivio Moderno della Veneranda Arca si è potuto stabilire che i vetri del rosone meridionale della Basilica furono realizzati nel 1866 a Innsbruck, nella fabbrica di Alberto Neuhauser. Il rosone è diviso in cinque parti e raffigura S. Daniele, S. Bonaventura, S. Antonio, S. Prosdocimo e S. Giustina.
Basilica di S.Antonio
Con un’indagine svolta nell’Archivio Moderno della Veneranda Arca si è potuto stabilire che i vetri del rosone meridionale della Basilica furono realizzati nel 1866 a Innsbruck, nella fabbrica di Alberto Neuhauser. Il rosone è diviso in cinque parti e raffigura S. Daniele, S. Bonaventura, S. Antonio, S. Prosdocimo e S. Giustina.
Basilica di S.Antonio
Rosone meridionale
Indagini scientifiche
in collaborazione con il
Dipartimento di Geoscienze
dell’Università di Padova
Con l’obiettivo di individuare la corretta metodologia di intervento sono state svolte delle indagini preliminari sulla composizione dei vetri, delle grisaglie, dello stucco e del litotipo del rosone
Restauro e messa in sicurezza
L’intervento di restauro si è articolato in diverse fasi:
• rilievo geometrico e compositivo di tutti i pannelli,
• fissaggio delle grisaglie,
• pulizia dei vetri e dei piombi,
• ripristino tramite incollaggio tessere rotte, sostituzione tessere mancanti,
• risaldatura dei piombi fessurati,
• sostituzione dei piombi danneggiati con nuovi piombi.
Terminato il restauro si è provveduto al rimontaggio delle vetrate fissando i pannelli direttamente alla pietra come erano in origine. I telai delle reti di protezione sono stati recuperati per posizionare un controvetro con una speciale pellicola in PVB che riduce la trasmissione dei raggi ultravioletti.
Limitazione della luce entrante
L’orientamento del rosone a meridione ha reso opportuno ridurre l’intensità della luce d’entrata. Con questo obiettivo i pannelli costituiti da vetri soffiati a rullo sono stati accoppiati a vetri soffiati della stessa tonalità cromatica ma con diversa saturazione. Nelle ogive si è scelto invece di coordinare il vetro soffiato accoppiato alla tonalità dell’ogiva superiore.